Finanza
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di Emilio Barucci, Carlo Milani
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07 aprile 2015 |
Il dibattito sull’opportunità o
meno di costituire anche in Italia una bad bank è tornato nuovamente al centro
dell’attenzione. Continuano però a rincorrersi voci su accelerazioni e frenate
su questo dossier. Le notizie di stampa paiono infatti contrastanti al
riguardo. Se per Il Sole-24 Ore (Ferrando, 2015) il Ministero dell’Economia sta
discutendo con Bruxelles la possibilità di costituire un veicolo che possa
ottenere, sulle passività che emette, la garanzia dello Stato, per il Corriere
della Sera di due giorni dopo l’idea di bad bank sembra oramai archiviata
(Tamburini, 2015).
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Servizi Pubblici
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di Alfredo Del Monte
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07 aprile 2015 |
Il Piano digitale può costituire un buon punto di
partenza per affrontare il problema del basso grado di sviluppo dell’economia
digitale nel nostro paese, a patto che non si ponga obiettivi eccessivamente
ambiziosi e che tenga conto delle caratteristiche della rete di TLC e della domanda di banda larga in Italia. L’Italia si caratterizza per un minor sviluppo dell’economia
digitale rispetto alla media dei paesi industrializzati. Il problema dipende
sia da aspetti culturali che da una struttura
del settore produttivo che non
incentiva la domanda di servizi digitali.
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Lavoro
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di Vincenzo Ferrante
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07 aprile 2015 |
In questi giorni, per far digerire agli italiani la cancellazione del
regime di reintegra, che aveva costituto quarantacinque anni fa la principale
innovazione introdotta dallo “statuto dei lavoratori”, il Premier ha affermato
che si procederà, attraverso un decreto, per adesso presentato solo in bozza,
alla abrogazione delle collaborazioni a progetto (co.co.pro), di modo che dei
500 mila precari, almeno 200 mila
saranno assunti come lavoratori subordinati. L’affermazione è, a
esaminarla con un minimo di attenzione, quanto meno pericolosa, perché nulla
dice di quella parte che non riuscirà a far il salto verso il lavoro
subordinato, lasciando intendere che sussiste il rischio che i 300 mila esclusi
finiranno per ingrossare le fila del lavoro nero.
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Lavoro
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di Sergio Vergari
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07 aprile 2015 |
Il Jobs Act cambia il paradigma del
lavoro, perché sposta l’attenzione dal posto di lavoro al mercato del lavoro.
Il superamento, in gran parte, dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e il
potenziamento degli strumenti di sostegno dei lavoratori sul mercato del lavoro
sono due facce della stessa medaglia. Il focus passa dalla tutela dei posti di
lavoro allo sviluppo di un mercato del lavoro dinamico e capace di promuovere
la (ri)occupazione. In tale prospettiva, le imprese e i lavoratori sono
chiamati a misurare la qualità delle rispettive relazioni sulla base degli
obiettivi conseguiti e da conseguire, non con il criterio dei diritti da
affermare.
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Fisco
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di Giuseppe Marino, Daniele Russetti
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20 marzo 2015 |
In
data 2 febbraio 2015, la Casa Bianca ha pubblicato il c.d. Budget Document – Fiscal Year 2016, documento di natura
programmatica ove sono elencati e spiegati, punto per punto, tutti gli
obiettivi che il Governo degli Stati Uniti d’America cercherà di realizzare nel
prossimo decennio. Si tratta di un atto estremamente interessante in quanto non
è il solito paper infarcito di parole
roboanti con l’intento ultimo di creare belle ma inutili speranze ma, anzi, si
presenta come analisi dettagliata, soprattutto in termini economici, della
situazione attuale e di quella che dovrebbe caratterizzare il Paese a stelle e
strisce al termine del 2025.
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Pubblica Amministrazione
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di Matteo Corsi
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20 marzo 2015 |
Il nuovo programma europeo dedicato a
ricerca e innovazione si occupa anche di Smart City, indirizzando risorse verso
alcuni temi prioritari per le aree urbane dell’Unione. L’obiettivo é creare una
costellazione di progetti, arricchendo il ventaglio di strumenti intelligenti a
disposizione delle città. Sfortunatamente, questo approccio richiede, a monte,
una struttura di analisi e di elaborazione e gestione delle politiche
territoriali rispondente, a sua volta, a requisiti minimi di “Smartness” che
per l’Italia sono ancora irraggiungibili. Prima di occuparsi dell’intelligenza
dei progetti urbani converrebbe recuperare terreno sull’intelligenza dei processi
decisionali e degli strumenti che li supportano.
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di Michele Giovannini
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20 marzo 2015 |
La globalizzazione dei mercati ha avviato una profonda trasformazione
del contesto entro il quale le università sono chiamate ad operare, spingendo
il Legislatore all’adozione di misure dirette a sottrarre i nostri atenei al
loro “splendido isolamento” e a favorirne l’integrazione con i sistemi
universitari europei ed internazionali. Se da un lato, infatti, soprattutto
nell’area delle cd. “scienze dure” il processo di integrazione tra comunità
scientifiche è già oggi in stadio avanzato, dall’altro le politiche nazionali
in materia di ricerca e formazione risentono ancora di una concezione che vede
le singole realtà accademiche (ed il sistema che le esprime) slegate dal contesto
europeo ed internazionale.
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Lavoro
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di Giuseppe Croce
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20 marzo 2015 |
Il Jobs Act, del quale nei giorni scorsi sono stati emanati i primi
decreti attuativi, è un provvedimento complesso che riforma il lavoro da
molteplici punti di vista, pertanto non è facile valutarne sinteticamente
l’efficacia. Tuttavia, limitandoci ai provvedimenti relativi ai contratti di
lavoro, è possibile evidenziarne alcune implicazioni e azzardare qualche
previsione.
I margini di flessibilità esterna e interna per le imprese sono ora
molto più ampi. Sembra difficile a questo punto che si possa ancora sostenere
che le rigidità del lavoro costituiscano un fattore decisivo di freno agli
investimenti.
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di Francesco Pastore
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06 marzo 2015 |
Pur restando ancora una delle più basse nell’Unione Europa, la percentuale
dei laureati in Italia è aumentata in modo significativo negli ultimi due
decenni. Secondo l’ultima edizione di Education
at a glance dell’OCSE, la quota dei laureati fra i giovani di età compresa
fra i 25 e i 34 anni è più che raddoppiata, passando dal 10.5% del 2000 al 22.7%
del 2013. La media OCSE del 2013 è di poco superiore al 40%.
Dovrebbe essere questa un’ottima notizia per il
paese e per i giovani. Invece, l’espansione dei laureati sembra aver prodotto
una forte delusione, forse anche dovuta alla contemporanea esplosione della
crisi economica.
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Lavoro
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di Adalberto Perulli
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06 marzo 2015 |
La legge delega (10 dicembre 2014, n. 183)
prevede il superamento delle collaborazioni, anche a progetto. Perché questa
scelta? Per offrire uno “scalpo” nella lotta alla precarietà, a favore del
Contratto a tutele crescenti, come se la precarietà fosse tutta nel lavoro
autonomo, ovvero come se il lavoro autonomo fosse tutto espressione di frode e
simulazione. Scontiamo ancora una volta un ritardo culturale nei confronti del
lavoro autonomo, e siamo piu' avvezzi a vederci la frode che le genuine
espressioni di nuove soggettivita' al lavoro.
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Europa
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di Jutta Steinruck
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06 marzo 2015 |
In
April 2013, the EU Member states started formally the Youth Guarantee. This was
the first success in a long story of challenging ways to fight Youth
Unemployment in a European Initiative. With the Youth Guarantee the Member
States should ensure that, within four months of leaving school or losing a
job, young people under 25 can either find a good-quality job suited to their
education, skills and experience; or acquire the education, skills and
experience required to find a job in the future through an apprenticeship,
traineeship or continued education. For us Socialists and
Democrats the adoption of the youth guarantee has been a very positive step,
since it offers a fresh start for millions of young people.
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Mezzogiorno
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di Stefano Prezioso
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06 marzo 2015 |
Recentemente l’ISTAT ha
rilasciato le nuove stime di Contabilità Regionale che, con riferimento al 2013,
restituiscono una situazione che vede il paese ancora fortemente spaccato al
suo interno: il Pil per abitante del Mezzogiorno è risultato pari, infatti, ad
appena il 55% di quello del Centro-Nord. Un simile dato ha ovviamente dietro di
sé una “lunga storia”, che chiama in causa molteplici cause. Ad ogni modo, gli
ultimi anni sono stati profondamente segnati, sul piano della politica
economica, da manovre di finanza pubblica molto ingenti; appare interessante
avere un’idea di quale possa essere l’effetto di queste sull’evoluzione
congiunturale del Pil delle due macroaree.
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